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Il nostro modo di produrre alimenti

Come descritto in precedenza, dall’esistenza dell’uomo sulla terra ad oggi, abbiamo assistito in tutti i settori a un’evoluzione in termini di produttività e di qualità talmente elevati, che, in una parte del mondo, quella più evoluta, sembra quasi che questa corsa non conosca confini.

Ma l’uomo non ha sempre tenuto conto delle regole della natura e si trova spesso a dover affrontare problematiche molto complesse, ma allo stesso tempo anche silenziose, difficili da gestire e da controllare, nonostante abbia a disposizione una moltitudine di tecnologie.

Purtroppo, con il passare degli anni, abbiamo potuto notare che nella parte di pianeta più sviluppata, le problematiche inerenti alla salute delle popolazioni stanno prendendo una piega sempre più pericolosa, a causa di pestilenze, pandemie, intossicazioni, contaminazioni, radiazioni, polveri sottili, microplastiche e così via, fino ad arrivare a batteri sempre più resistenti e a nuovi virus sconosciuti, difficilmente gestibili (come ad esempio il COVID).

Lentamente stiamo assistendo a un continuo peggioramento delle condizioni di salute e di vita dell’uomo.

È necessario adottare un approccio diverso nei confronti della natura e di tutto ciò che ci circonda, altrimenti si rischia di portare l’umanità al collasso e all’autodistruzione.

Proprio per questi motivi, in Mc Elan vogliamo produrre in un modo diverso, per dare inizio a una nuova era di visione del pianeta da parte dell’uomo, che tenga conto non solo di sé stesso come individuo e come specie, ma anche di tutto ciò che lo circonda (la visione ONE HEALTH).

Come produrre alimenti più naturali possibile

La nostra idea nasce dalla volontà di produrre alimenti per la popolazione che possano garantire un elevato livello di salute, tanto da avvicinarsi alla qualità degli alimenti di un tempo, puliti ed incontaminati.

Già da molti anni, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) denuncia i rischi connessi ai residui degli inquinanti nei cibi, in particolare la problematica dell’antibiotico resistenza.

Da tutti questi allarmi abbiamo tratto ispirazione per pensare che potevamo fare qualcosa per affrontare questa problematica causata dall’uso sempre più significativo di prodotti chimici come diserbanti, anticrittogamici, fungicidi e antibiotici.

Tutti questi prodotti utilizzati (e purtroppo a volte abusati) in agricoltura e nell’allevamento del bestiame, al fine di garantire maggiori produzioni e migliori qualità visive ed organolettiche dei prodotti alimentari, lasciano tracce e residui negli alimenti che tutti noi consumiamo.

Il risultato è che oggi dobbiamo affrontare una nuova problematica: l’antibiotico resistenza.

Gli alimenti BIO da soli non bastano.

Già negli anni ’90, forse anche prima in India, si avvertiva l’esigenza o la visione di produrre cibi BIO.

L’agricoltura biologica ha avuto origine in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, negli anni ’50, anche se sembra che le prime esperienze siano nate in India, grazie all’inglese Halbert Howard, che fondò una “scuola di coltivazione biologica”.

Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, l’agricoltura convenzionale ha cominciato a ricevere critiche perché considerata chimica e dannosa, in un contesto in cui si stava iniziando a prendere coscienza dell’importanza dell’ecologia e della situazione ambientale. È qui che si iniziano a definire le fondamenta dell’agricoltura biologica.

Verso la fine degli anni ’70, in Italia e in altri paesi europei, si è verificata una tendenza a ritornare a lavorare la terra. Sono iniziate a sorgere le prime cooperative di prodotti alimentari naturali e i primi negozi. Nel 1982, queste iniziative sono confluite nel Coordinamento Nazionale “Cos’è Biologico”.

Nel 1985 è stata pubblicata la prima normativa nazionale di autodisciplina per il settore biologico, e nel 1987 è stata istituita l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, diventando anche l’organismo di controllo.

Tuttavia, è solo nella seconda fase, negli anni ’90, che si è iniziato a definire chiaramente cosa sia il biologico. Sono stati formati i primi gruppi di acquisto e si è cominciato a pensare a un metodo distributivo per i cibi biologici.

In questo modo, è iniziato il processo di vendita diretta, con l’apertura di agriturismi, mercati dove si riunivano i contadini, o spacci aziendali che sono diventati punti di incontro e di acquisto per i prodotti biologici.

Mc Elan va oltre gli alimenti BIO

Nel 2017, Mc Elan ha analizzato l’agricoltura biologica, che ormai era radicata in gran parte d’Europa da decenni. Durante questa analisi, si è notato che nei disciplinari BIO non compariva un completo divieto di utilizzo di queste sostanze per produrre alimenti, ma piuttosto un limite volto a renderli più salutari grazie a una riduzione significativa delle sostanze chimiche. 

Questa pratica promuoveva l’uso di lavorazioni meccaniche nei cicli produttivi e riduceva l’utilizzo di antibiotici nel bestiame. In particolare, si è notato l’accorgimento di raddoppiare i tempi di sospensione nella somministrazione di tali prodotti, consentendo agli animali di espellere la maggior parte dei residui di antibiotici grazie a questo periodo intermedio più lungo.

Proprio da questo accorgimento adottato negli allevamenti BIO nel raddoppiare i tempi di sospensione dei farmaci utilizzati sugli animali per curarli, è sorto il dubbio che, nonostante questi sforzi, fosse noto a tutti che i prodotti utilizzati non venivano completamente espulsi dagli animali, ma ne rimaneva traccia.

Pertanto, ci si è chiesti perché, nonostante tutti questi accorgimenti volti a garantire la sicurezza alimentare da parte dell’agricoltura BIO (che rappresenta il 50% delle derrate alimentari europee), l’OMS ha lanciato l’allarme nel 2017 che l’antibiotico resistenza sarebbe diventata la prima causa di morte tra la popolazione mondiale entro il 2030?

Qualcosa non torna!

Evidentemente, anche se i tempi di sospensione prima di mettere in commercio un prodotto derivante da un animale trattato con farmaci sono stati raddoppiati, i residui di queste molecole persistono ancora in modo significativo. Questo ha creato nei consumatori la problematica dell’antibiotico resistenza, con la conseguente difficoltà di curarsi in modo adeguato quando è necessario.

Questo è il motivo per cui Mc Elan ha deciso di andare oltre il BIO e produrre generi alimentari antibiotic-free. L’azienda certifica il proprio allevamento, prendendosi cura degli animali fin dalla nascita in tutte le fasi di crescita, sviluppo e produzione, senza l’utilizzo di antibiotici. L’approccio consiste nell’usare prodotti naturali per la cura degli animali quando necessario.

Si tratta di una nuova dimensione nell’allevamento e nell’assistenza agli animali, basata su una forte prevenzione, con l’obiettivo di garantire il pascolo libero, il movimento e la salute degli arti e degli zoccoli degli animali, migliorandone il benessere fisico e tutto ciò che ne deriva.

Tutto ciò ha permesso di sostituire completamente i farmaci con prodotti curativi naturali, grazie alla ricerca e alle nuove tecnologie di produzione e conservazione. Questi nuovi metodi hanno consentito di ottenere la certificazione Antibiotic-free già nel 2021.

La Commissione Europea ha inserito in un protocollo del 2022 chiamato ONE HEALTH PROGRAMME, in cui si sottolinea il fondamentale concetto che le attività e la salute dell’uomo sono interconnesse con le attività e la salute dell’ambiente circostante, che comprende animali e piante.

Non solo pascolo, ma anche alimentazione costantemente sana e controllata

 

Un ruolo di fondamentale importanza per la salute degli animali e la qualità delle loro produzioni deriva anche dall’alimentazione che forniamo loro ogni giorno.

Nelle nostre zone, dove l’edificabilità ha preso il sopravvento sui terreni agricoli non è possibile garantire agli animali un’adeguata alimentazione basata esclusivamente sul pascolo.

Tutti amano vedere gli animali liberi su un prato, ma spesso la pubblicità può essere ingannevole. La bellezza della natura affascina tutti, finché non si trova vicino a casa propria. Per semplificare, “va bene vederli sui terreni degli altri”, perché il muggito degli animali sotto casa mentre si cerca di dormire, le mosche che proliferano attraverso le loro feci sul terreno, o l’odore che si diffonde quando si aprono le finestre possono causare fastidio e disagio. Quindi, molte persone preferiscono vedere campi coltivati vicino a casa piuttosto che animali al pascolo.

In Mc Elan abbiamo la fortuna di disporre di terreni dietro una zona cimiteriale non urbanizzata a causa dei vincoli cimiteriali. Questi terreni ci consentono di garantire un buon pascolo a rotazione e un adeguato movimento alle nostre mandrie, anche se lo spazio non è sufficiente per fornire loro tutta l’erba necessaria per un’alimentazione completa.

Per soddisfare tutti i fabbisogni alimentari dei nostri animali in base alla loro fase di allevamento e produzione, acquistiamo alimenti dal mercato attraverso fornitori qualificati e certificati. Questi fornitori ci forniscono materie prime e foraggi certificati BIO, permettendoci di selezionare alimenti con le migliori caratteristiche qualitative e nutrizionali per i nostri animali.

Oggi, così come per gli alimenti umani, la massima garanzia di bassa contaminazione da sostanze indesiderate nelle derrate alimentari per gli animali è rappresentata dalle produzioni BIO. Di conseguenza, forniamo ai nostri animali alimenti secchi macinati e miscelati tra loro durante tutto l’anno, garantendo così il corretto apporto nutrizionale in base a diete bilanciate stabilite da un alimentarista, tenendo conto dello stato di sviluppo e produzione degli animali.

Grazie a questa costante somministrazione di alimenti BIO, unita all’aggiunta di sali minerali, possiamo garantire la costanza e la purezza degli alimenti destinati all’alimentazione umana, portando sulla tavola dei consumatori ogni giorno dei prodotti omogenei e con un gusto che porta la mente indietro nel tempo e alla sensazione di immergersi veramente nella natura.

Biosicurezza e amore per gli animali

 

La completa sostituzione dei farmaci, parte da un principio fondamentale che è la biosicurezza, che viene garantita ponendo molta attenzione a chi entra ed esce dall’allevamento, impedendo il più possibile che ci siano veicoli di contagio o mezzi di contaminazione provenienti dall’esterno.

Massima attenzione viene data a tutte queste possibili forme di contaminazione, aria , acqua e terreno, partendo dal personale che ci lavora con massima attenzione e disinfezione degli impianti e dei locali adibiti all’allevamento e alle operazioni di produzione di alimenti.

Particolare attenzione viene data anche alle visite in azienda, specialmente quando effettuate da veterinari e alimentaristi. Questi professionisti indossano calzari per limitare il rischio di portare eventuali patologie da altri allevamenti. Anche i mezzi di trasporto, sia per gli animali che per le materie prime acquistate per l’alimentazione, sono soggetti a scrupolose procedure di sicurezza.

Tuttavia, la prevenzione è fondamentale nella cura degli animali. Essa si basa sull’esperienza e sulla formazione continua e settimanale del personale addetto alle produzioni in allevamento. Più precoce è la diagnosi di qualsiasi anomalia da parte di un capo allevato, più efficace può essere l’utilizzo di un prodotto naturale per la sua cura e il ripristino delle normali condizioni di benessere.

Tutta questa attenzione è il risultato di un profondo amore per il lavoro svolto e della capacità di trasmetterlo al personale impegnato in azienda. Questo avviene durante le riunioni di formazione che si tengono settimanalmente. Alla Mc Elan, queste riunioni rappresentano un’estensione del concetto di lavoro di squadra, che è alla base di una famiglia che si estende anche nel lavoro attraverso i dipendenti e si estende alla società, garantendo ogni giorno cibo incontaminato, FOOD FREE.

ONE HEALTH PROGRAMME

Invita tutti a riflettere che la nostra salute, quella dell’ambiente e quella degli animali sono interconnesse e dipendono una dall’altra.

Guardiamoci dall’alto

DI QUESTO PASSO NON LASCEREMO NULLA DI BUONO AI NOSTRI FIGLI

SE USIAMO IL DONO DELL’INTELLIGENZA E METTIAMO AL PRIMO POSTO IL RISPETTO POSSIAMO CAMBIARE

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